Ritratti della famiglia Pineta 1903: Gianluca Giordano
La terra è la sua fonte d’ispirazione primaria. Ciò che la natura offre lui poi la ricompone per creare i suoi piatti.
Originario di Minori, Furorese di adozione, ha imparato a cucinare da ragazzino osservando suo padre. Il nostro sous-chef si racconta in questa breve intervista.
Cosa ti ha spinto a perseguire la professione di chef?
Mio padre. Era un pescatore di Cetara e faceva la pesca delle lampare. Io andavo con lui e la mattina quando rientravamo a casa lui si metteva a cucinare e io lo aiutavo. Da qui poi mi sono appassionato e ho deciso di intraprendere questa professione.
Dove trovi l’ispirazione per creare i tuoi piatti?
A casa mi prendo cura dell’orto, altra mia grande passione. Penso che sia la terra a darmi l’ispirazione per creare i miei piatti, la natura e le materie prime che ci offre. Seguire ed osservare il processo, dalla semina, alla coltivazione fino alla crescita, mi dà una grande soddisfazione e lo stimolo per creare qualcosa di buono.
Quali sono i tuoi piatti di punta?
Un po’ tutti. Avendo io però origini cetaresi, penso gli spaghetti con la colatura di alici.
Cosa cucini a casa per i tuoi figli?
Quando mi metto ai fornelli a casa è un guaio perché lavorando in una cucina professionale tendo a sporcare molto e mia moglie mi sgrida. In generale, avendo appunto l’orto, cerco di preparare piatti che seguono lo scorrere delle stagioni. Attualmente è il periodo delle zucchine, quindi preparo pietanze con le zucchine, in inverno le minestre, che piacciono molto. Cerco di non sprecare nulla e anche se qualcosa viene sprecato lo do ai miei animali.
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