La pasta artigianale


La pasta artigianale

La Costiera Amalfitana vanta una lunga tradizione nella lavorazione della pasta. Nel Medioevo, Minori, soprattutto, era conosciuta come la città dei pastai o meglio dei maccaronari.  Grazie alla presenza del fiume Regginolo, infatti, mastri artigiani del “fatto in casa” dell’epoca diedero vita a una serie di impianti e stabilimenti dove si produceva e vendeva ogni tipologia di pasta. 

L’ingegno dei maccaronari

Nella località si contavano 6 mulini, diversi mortai e 54 macchinari che contribuivano non solo al fabbisogno alimentare di famiglie intere, ma era anche una grande risorsa economica per l’intera popolazione.

Tali fabbriche davano lavoro sia a donne sia a uomini, che con impegno ed estro misero sul mercato alcune delle specialità che ancora oggi vengono consumate. Fra queste sicuramente gli ‘ndunderi, una sorta di gnocchi un po’ più grandi del normale.  

L’evoluzione di Pineta 1903

Mantenere viva una tradizione come quella della pasta fatta a mano richiede molto lavoro, soprattutto in termini di costi, ma anche di ricerca. Forte di questa tradizione costiera, Carlo De Filippo, insieme a sua moglie Mariantonia, decisero di costruire un pastificio all’interno del ristorante, l’unico nel suo genere presente sul territorio. 

«Successe tutto un po’ inaspettatamente. Mariantonia propose di sostituire la pizzeria, che avevamo un tempo, con un pastificio artigianale – racconta Carlo De Filippo, titolare di Pineta 1903 – Saremmo stati l’unico locale con un pastificio interno al ristorante in Costa d’Amalfi. Bisognava, quindi, cercare i macchinari adatti allo scopo. L’idea era quella di fare la pasta artigianale per servirla ai clienti e di commercializzare poi i nostri prodotti». 

Una nuova avventura

Venne, quindi, registrato il marchio “I tipici Campani” il cui simbolo è  rappresentato da un corniciello napoletano rosso con un tridente in oro, che simboleggia una forchetta. 

«Stavamo creando un’attività all’interno di un’altra attività ed era un modo per espanderci, farci conoscere e continuare quel percorso intrapreso con l’iscrizione all’associazione Slow Food. Il pastificio si rivelò anche un modo per rafforzare l’identità del ristorante», spiega il titolare.

Lo spaghettone nato da un errore

Oltre alla pasta, questo angolo dell’home-made, venne usato, cosi come lo è ancora oggi, per produrre dolci e il pane. 

«Per ogni formato di pasta – spiega De Filippo – abbiamo una ricetta diversa, creata da una ricerca e da una rielaborazione di formati tradizionali, come ad esempio gli Spaghettoni Pineta 1903, nati da un mio errore nelle misura della trafila. Doveva essere, infatti, uno spaghetto alla chitarra, ma per sbaglio, quando si è trattato di fornire istruzioni per dare una forma a questa pasta, ho comunicato qualche millimetro in più che li ha resi più grossi, una via di mezzo fra il bigolo veneto e il picio toscano».

La cucina con i crismi

Gli spaghettoni oggi fanno parte di alcune specialità culinarie che vengono servite al ristorante. Fra questi Profumo di Mare, lo spaghettone di produzione propria alle vongole e loro emulsione e prezzemolo liquido, La Nostra Nerano, con un misto di formaggi, zucchine in doppia consistenza, basilico e scaglie di cacioricotta del Cilento, Presidio Slow Food. Insomma, da un piccolo errore, sono nate una serie di opportunità per creare, inventare e soprattutto far provare a tutti gli ospiti il sapore autentico di una cucina fatta con i crismi. 

+ There are no comments

Add yours